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Da un garage alla Silicon Valley: a volte i sogni si avverano

23/09/2009 15011 lettori
5 minuti

 

Tenacia, determinazione, intraprendenza e perché no, un pizzico di fortuna. Queste a mio parere le caratteristiche che hanno portato tre giovani milanesi di soli 21 anni alla scoperta della Silicon Valley.

 

Coltivare talenti

 

Leggendo la storia di questi ragazzi, quasi coetanei, su infoservi.it, ho capito quanto possa essere difficile avviare un'impresa qui in Italia nel settore IT. Le mille peripezie che hanno affrontato Augusto Marietti, Marco Palladino e Michele Zonca per riuscire a ricevere l'attenzione degli investitori avrebbero convinto molti a desistere. Tuttavia, con molta pazienza e parecchi sacrifici (anche di natura economica per auto-finanziarsi durante le fasi iniziali di sviluppo) alla fine ce l'hanno fatta.

Sono infatti stati selezionati per presentare la loro idea al prestigioso Techcrunch 50 di San Francisco, una vetrina delle più interessanti start-up a livello mondiale.

Certo, la strada da percorrere è ancora lunga, ma le conoscenze maturate in California, tra cui spicca Travis Kalanick sono di sicuro incoraggianti. E pensare che tutto era iniziato in un garage di 20 metri quadri (vi ricordano qualcuno? A me questo signore qui: http://cicorp.com/apple/garage/index.htm, speriamo abbiano uguali fortune). Pochi mezzi ma tanta, tanta passione. Questa è stata la chiave del loro successo.

Certo è che un po' di amaro in bocca rimane: possibile che nel campo dell'informatica i migliori debbano sempre emigrare all'estero per essere presi in considerazione?...

Qualcosa anche qui per gli aspiranti imprenditori si sta già facendo. Penso a Mindthebridge (a cui ho avuto la fortuna di partecipare con CstAdvising in occasione della prima edizione nel dicembre 2007) o first generation network in cui sono presenti utili consigli su come muovere i primi, timidi passi per costruire la propria azienda e vederla crescere nel tempo.

Forse però c'è bisogno oltre che di networking e eventi anche di maggiore apertura da parte dei dirigenti verso i più giovani che saranno il motore della rivoluzione tecnologica dei prossimi anni.

Di maggior sinergia tra università e aziende, con la possibilità di trovare finanziamenti già tra i banchi come avviene da anni negli USA. Di strutture ad hoc dove realizzare ciò che si ha in mente. Penso a cittadelle dell'innovazione, a luoghi dove incontrarsi e mettere su un team in grado di amalgamarsi pur mantenendo le sue peculiarità per dare vita, forma ai nostri progetti o per chi è più romantico ai nostri sogni. Posti dove l'importanza non è data dall'altisonanza del titolo di studio ma dalla validità della proposta.

 

Cittadella dell'innovazione

Cittadella dell'innovazione

Spero che questo cambiamento si realizzi il più presto possibile per favorire l'emergere di idee nuove.

Per chi fosse interessato ad approfondire la loro storia rimando all'intervista di Alberto, Ivan e Luca al link citato sopra. Chi invece volesse saperne di più sull'applicazione denominata Mashape può soddisfare la sua curiosità a questo indirizzo:

FONTE IMMAGINI:

Andrea Bichiri
Andrea Bichiri

Diplomato nel 2003 presso il Liceo Scientifico. Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione nel 2008 con una tesi sul rapporto tra Web Semantico e business aziendale.

Attualmente frequenta il corso di laurea specialistica in Scienze e Tecnologie della Comunicazione e dell'informazione dell'Università di Genova.
Amante del giornalismo on-line ha aperto un blog, Business e Conoscenza, e scrive per il portale Crimelist.it.

Collabora inoltre con la start-up romana CST-Advising curando il sito e l'immagine aziendale e dando il proprio contributo a progetti relativi al Web Semantico.